La Valtiberina è un territorio compreso tra Toscana e Umbria, fuori dalle principali rotte turistiche delle due regioni. Se avete iniziato l’itinerario trascorrendo due giorni alla scoperta di Sansepolcro e dintorni, potete continuare il viaggio con una giornata dedicata a due incantevoli borghi, uno dei quali si trova subito dopo il confine umbro. Essendo le due cittadine poste su alture, munitevi di scarpe comode, perché le salite e le discese ripide non mancheranno.
Cosa vedere ad Anghiari
Anghiari, è un delizioso borgo medievale, situato su un’altura formatisi nei millenni da ammassi di ghiaia trasportati dal corso del fiume Tevere. Deve il suo nome probabilmente alla parola latina angularium riferita alla forma angolare del suo castello; si hanno riferimenti storici di Anghiari fin da epoca romana, ma alcuni ritrovamenti fanno pensare anche ad influenze di epoca longobarda e bizantina. Quello che però verrà ricordato come evento storico di rilievo, è la battaglia del 1440, annoverata nei libri di storia come battaglia di Anghiari, tra l’esercito fiorentino alleato della Santa Sede e quello del Duca di Milano, che vide i Fiorentini uscire vittoriosi; battaglia così importante che fu rievocata in un dipinto da Leonardo da Vinci, conservato oggi in Palazzo Vecchio a Firenze. Durante il risorgimento, alcuni abitanti della città si uniranno a Garibaldi nella celebre spedizione dei Mille, e la città si sentirà così legata al personaggio e all’evento, tanto da erigergli un monumento in suo onore in una delle sue piazze. Durante la Seconda guerra mondiale, il regime fascista, costruirà un campo di concentramento in località Renicci (poco distante dalla città), dove morirono diverse persone imprigionate provenienti dalla Ex Jugoslavia.
Ore 9:45. In auto da Sansepolcro, dirigetevi verso sud-ovest sulla SS73, mantenete la direzione immettendovi successivamente nella SP43 della Libbia e Via Nova e dopo appena nove chilometri sarete arrivati ad Anghiari. Parcheggiate l’auto fuori le mura. Lungo la SP47 (Via Campo della Fiera), c’è un’area attrezzata dove posteggiare che individuerete alla vostra destra, e vi consentirà di iniziare la visita dalla punta più alta del borgo, da dove si gode di una vista favolosa.
Ore 10:15. Da Via Campo della Fiera, svoltate a sinistra su Via Propositura, e scendete lungo la strada, finché non troverete alla vostra destra la chiesa di Santa Maria delle Grazie in Via Circonvallazione. Progettata da Giovan Battista Bellini, presenta uno stile neoclassico con influenze barocche, ed è costituita da un’unica navata con volta a botte e altari laterali a edicola. Vi sono conservati importanti dipinti di epoca cinquecentesca e dietro l’altare si può ammirare una terracotta policroma invetriata di Andrea della Robbia raffigurante la Madonna della Misericordia.
Pochi metri più avanti scorgerete sulla sinistra la Torre dell’Orologio, conosciuta con il nome di Campano; la sua costruzione risale al 1234 e ci volle circa un secolo per ultimarla. Inizialmente non era munita di orologio, fu solo a seguito della sua distruzione nel ‘500 e successiva ricostruzione nel ‘600, che venne installato ed è tuttora funzionante.
Proseguendo su Via Propositura direzione est, arriverete in Piazza del Popolo, dove è ubicato Palazzo Pretorio, costruito nel XIV secolo. La facciata è decorata di stemmi dei vari vicari e podestà succeduti nel tempo. Conserva al piano terreno alcune segrete, una cappella ed un affresco raffigurante la Giustizia di Antonio di Anghiari, maestro di Piero della Francesca. Il piano terra nel XIX fu adibito a prigione, e sotto il piano di calpestio, è stata recentemente rinvenuta una vasca vinaria di epoca romana. Nel cortile antistante c’è un pozzo che si alimenta tramite la cisterna sottostante.
Tornando indietro, ripercorrendo Via Propositura, in prossimità di Via Trieste, noterete delle scalette in discesa a destra con una strada che si dirige verso il centro, percorretela sino all’incrocio a destra con Via Giordano Bruno, che seguirete fino al successivo bivio con Via Taglieschi a sinistra. Pochi metri, e alla vostra sinistra troverete l’Antico Battistero e Chiesa di S. Giovanni Battistaoggi sconsacrati e divenuti abitazione privata.
Camminate su Via Taglieschi e svoltate a sinistra all’incrocio con Via della Torre, sarete arrivati in Piazza Goffredo Mameli, dove spiccheranno Palazzo Marzocco e Palazzo Taglieschi, entrambi adibiti a musei: il Museo delle Memorie e del Paesaggio nella Terra di Anghiari, che al suo interno ospita una minuziosa ricostruzione della famosa battaglia, e il Museo Statale. Palazzo Marzocco era originariamente ubicato fuori le mura, inglobato successivamente dopo l’ampliamento delle stesse per l’espansione della città. Lo stemma posto sopra uno dei portoni si riferiva alla famiglia Angelieri, che ne operò diverse modifiche durante il XVI secolo, mentre il suo nome deriva dalla statua in pietra raffigurante un leone simbolo del Marzocco Fiorentino, posta sull’angolo superiore a destra della facciata. Palazzo Taglieschi è un edificio di epoca rinascimentale, composto da più case torri risalenti al periodo medievale, dimora dell’allora potente famiglia Taglieschi, una tra le più influenti del tempo ad Anghiari. Oggi sede del Museo statale, custodisce collezioni di arte sacra di importanti artisti.
Ore 12:45. Prendetevi una pausa spuntino presso Bar Pizzeria Baldaccio, che serve ottimi stuzzichini con possibilità di sedersi anche all’aperto. Avrete una gradevole vista sulla piazza dove è posta la statua in memoria di Garibaldi. Sporgendovi sulla strada potrete ammirare la prospettiva della lunga e dritta via (Strada Provinciale 43 della Libbia), che si perde nella vallata. Da Piazza Goffredo Mameli, tornate a ritroso su Via Taglieschi direzione nord-ovest, svoltate a destra su Via Giordano Bruno fino a raggiungere Piazza Baldaccio, e lo troverete alla vostra sinistra.
Ore 13:45. Riprendete il giro, spostandovi a nord, svoltando a sinistra su Via Giuseppe Garibaldi, percorretela finché vi troverete davanti la Chiesa di Sant’Agostino. Costruita alla fine del XII secolo, subì diverse modifiche fino al Quattrocento, che la portarono ad avere l’attuale aspetto con navata unica e cappelle laterali, erette dalle famiglie più potenti del tempo. Presenta un’abside a torrione. La facciata è in stile rinascimentale, e sul retro è visibile il campanile ricostruito nel 1464. Il suo interno ha un chiaro stile barocco risalente al secolo XV, mentre gli stucchi sono del XVII secolo, ma vi sono anche affreschi visibili e riconducibili al XIV secolo. Nel coro vi è un’opera in terracotta policroma raffigurante l’Adorazione dei Pastori, ad opera della scuola di Santi Brugioni, noti antagonisti della scuola dei Della Robbia.
Ore 14:30. Dedicate del tempo alla visita dei vicoli senza un percorso preciso, non tralasciando di percorrere il camminamento di ronda, tra Piazza Baldaccio e la Chiesa di Sant’Agostino, e passeggiate lungo la cinta muraria, ammirando lo splendido panorama che si affaccia sulla vallata. Attraversate e soffermatevi lungo Via della Torre, lo splendido esempio di strada medievale lastricata, che termina con una scalinata che si perde tra le tipiche case in pietra, che riporterà in direzione del vostro parcheggio.
Cosa vedere a Citerna
Citerna è un piccolissimo borgo medievale umbro, perfettamente conservato dalla splendida cinta muraria e dai suoi altrettanto unici camminamenti. Risalente in origine ad epoca romana, si sviluppa nel tempo su due livelli, l’acropoli e il burgus. Riuscì a sopravvivere durante il Medioevo, nonostante la fase del decadentismo che interessò l’intera area, trovando poi una sorta di rinascita in epoca longobarda. Fu governata dai Pietramala e successivamente dai Malatesta, fino a passare nel 1463 allo Stato Pontificio. Nel Cinquecento, sotto il Vicariato della famiglia Vitelli, inizia il periodo del suo massimo splendore e il piccolo borgo, sarà arricchito di opere prestigiose realizzate da artisti come Donatello, Pomarancio, Raffaellino del Colle.
Nel 1849, ospiterà Garibaldi, durante il percorso verso Ravenna (a testimonianza diverse lapidi lungo il corso a lui dedicato), e nel 1860 entrerà a far parte del Regno d’Italia.
Ore 16:30. Lasciate Anghiari e terminate la giornata nel piccolo e meraviglioso borgo di Citerna, raggiungibile in autoin meno di quindici minuti. Appena arrivati, noterete subito l’imponente cinta muraria ben conservata edificata tra il XIII e XIV secolo. Parcheggiate fuori dalle mura ed entrate dalla porta posta a sud del borgo, Porta Romana (Via Guglielmo Marconi), entrate in Corso Garibaldi, la strada che attraversa l’intero centro fino a nord su Porta Fiorentina.
Varcata la porta, noterete subito sulla sinistra, l’indicazione per il Camminamento Medievale. Percorretelo tutto e godetevi gli affacci sul verde di questa splendida opera architettonica. Tornate su Corso Garibaldi direzione nord. A pochi metri dall’ingresso nel centro abitato, sulla destra, si trova il Monastero Francescano di Santa Elisabetta, risalente al 1500: all’interno della chiesa dalla pianta esagonale, vi è un vesperbild, iconografia tedesca raffigurante la Pietà e risalente al XIV secolo.
Proseguite lungo Corso Garibaldi, ammirando le splendide costruzioni, potrete visitare la sorprendente Sala degli Ammassi situata all’interno del Palazzo Comunale. E’ un complesso di cisterne e sotterranei per la raccolta dell’acqua piovana e l’approvvigionamento della cittadina in epoca cinquecentesca. Si presume che il nome Citerna derivi proprio da questo sistema di cisterne, mentre l’appellativo “ammassi”, si pensa fosse dato dal fatto che i sotterranei fungevano oltre che da nascondiglio per la popolazione durante gli attacchi nemici, anche da magazzini dove stipare ed ammassare, appunto, generi alimentari per la sopravvivenza.
Lungo tutto il perimetro sia sui lati che guardano ad est che su quelli rivolti ad ovest, non perdetevi i numerosi camminamenti medievali, accessibili attraverso gli archi che incontrerete lungo la strada su cui vi trovate. A questo proposito, all’altezza di Casa Prosperi-Vitelli, nota famiglia di potere di Citerna (facilmente riconoscibile dalla targa affissa sulla facciata), si apre un suggestivo camminamento del XVI secolo, conosciuto anche come “degli innamorati”, che consigliamo di visitare al tramonto.
Ore 18:00. Proseguendo in direzione nord, si presenterà alla vostra sinistra la Chiesa di San Francesco. Questa chiesa enumera diverse particolarità: fu confiscata alla Chiesa dopo l’unità d’Italia e si potrebbe definire una sorta di museo, per le numerose opere presenti al suo interno. Edificata nel primo Cinquecento, presenta una pianta a croce latina e ha la peculiarità di ospitare ben nove altari, fastosamente decorati. Si trovano affreschi di Luca Signorelli, dipinti di Raffaellino del Colle e Simone Ciburri, una deposizione ad opera del Pomarancio, e perfino una collezione di paramenti realizzati in oro e seta. Nel transetto a sinistra c’è un crocifisso ligneo di impronta bizantina risalente alla fine del 1200. Dietro l’altare maggiore, c’è un coro ligneo in noce del XVI secolo, e sopra il coro, ammirerete la Madonna con bambino di Donatello in terracotta policroma, opera recentemente ristrutturata dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze datata 1415.
Tornate in Corso Garibaldi, più avanti, a destra, trovate Piazza Scipione Scipioni, dove godrete di un panorama strepitoso, visualizzando la particolare forma naturale di anfiteatro che assume la vallata e che si estende su tutta l’area; è considerato tra i più belli affacci dell’intera Valtiberina. Dalla piazza primeggia la Torre dell’Orologio, quest’ultimo costruito in legno ad incastri meccanici nel XVI secolo. Tenendo Piazza Scipioni alle spalle, noterete una breve salita più ripida che conduce alla Chiesa di San Michele Arcangelo, altro scrigno di opere d’arte. Costruita intorno al 1680, conserva la Madonna con bambino di Giovanni della Robbia, una tavola data 1570 raffigurante la Crocifissione e relativo altare ligneo eseguiti dal Pomarancio. Mantenevi sulla strada principale e proseguite verso nord fino a raggiungere la Rocca, risalente al VII secolo e ricostruita poi nel XIV secolo; salite le scale e ammirate questa pregevole costruzione con il suo bel panorama. Lungo il percorso, noterete delle lapidi dedicate al passaggio e soggiorno di Garibaldi nella cittadina.
Ore 19:30. Concedetevi un aperitivo al Ristoro La Cisterna. Per la cena scegliete Osteria Le Civette, posto all’ingresso del paese subito dopo Porta Romana, entrando nel camminamento a sinistra. Luogo molto suggestivo, vanta una cucina varia e ben preparata, dalla tradizionale alle rivisitazioni, con piatti che seguono la stagionalità. Come alternativa c’è il Belvedere: situato in posizione strategica e panoramica, offre un menu vario che spazia dalla pizza alla tradizione, al pesce, tutto molto ben realizzato. Si trova superata Piazza Scipione Scipioni in direzione Rocca, sulla destra. Si consiglia per entrambi, di prenotare in anticipo.